Blefaroplastica
Definizione, obiettivi e principi
-palpebre superiori con eccesso di pelle e cadenti che formano una piega più o meno marcata.
-ernie di grasso responsabili delle borse a livello delle palpebre inferiori o di quelle superiori.
L’intervento mira a correggere questi inestetismi in modo duraturo sopprimendo chirurgicamente gli eccessi cutanei e muscolari assieme alle protrusioni del grasso naturalmente senza alterare le funzioni essenziali delle palpebre L’intervento, praticato indifferentemente nella donna e nell’uomo, è comunemente effettuato intorno ai 40 anni. Tuttavia esso può essere effettuato più precocemente quando gli inestetismi sono costituzionali (fattori ereditari) e non sono legati all’età.
Prima dell'intervento
Tipi di anestesia e modalità di ricovero
TIPO DI ANESTESIA: 3 procedimenti sono possibili
Anestesia locale pura, dove un prodotto anestetico viene iniettato localmente per assicurare l’insensibilità delle palpebre .
Anestesia locale con sedazione somministrata per via endovenosa (anestesia vigile).
Anestesia generale classica.
La scelta tra queste differenti tecniche sarà il frutto di una discussione tra il paziente, il chirurgo e l’anestesista.
MODALITA’ DI RICOVERO:
L’ intervento può essere effettuato ambulatorialmente cioè a dire con l’uscita dall’ambulatorio dopo qualche ora di osservazione. Pur tuttavia un breve ricovero, in certi casi, può essere preferibile.
Prima dell'intervento
Un bilancio preoperatorio è realizzato prima dell’intervento conformemente alle prescrizioni del medico. Il fumo non costituisce una controindicazione assoluta ma l’astensione da esso un mese prima dell’intervento è raccomandato tenendo conto della possibile sua incidenza nefasta sulla cicatrizzazione. Nessuna medicina contenente aspirina o antiflogistici dovrà essere assunta nei dieci giorni che precedono l’intervento. La tricotomia (rasatura del pube) non è necessaria. In funzione del tipo di anestesia può essere richiesto al paziente di restare a digiuno (né mangiare né bere) sei ore prima dell’intervento.
Tipi di anestesia e modalità di ricovero
Tipo di anestesia: La ninfoplastica può essere realizzata sia in anestesia locale, sia in anestesia locale approfondita con dei tranquillanti somministrati per via endovenosa (anestesia vigile), sia in anestesia generale. La scelta tra queste differenti tecniche sarà il frutto di un colloquio tra il paziente, il chirurgo e l’anestesista. Modalità di ricovero: in generale l’intervento si pratica ambulatorialmente, cioè a dire il paziente va a casa lo stesso giorno dell’intervento dopo qualche ora di osservazione. Tuttavia per ragioni sociali, familiari o personali un breve ricovero può essere ravvisato.
L'intervento
INCISIONI CUTANEE:
-Palpebre superiori: esse sono dissimulate nel solco palpebrale tra la parte fissa e la parte mobile della palpebra.
-Palpebre inferiori: sono piazzate a 1 o 2 mm sotto le ciglia e possono prolungarsi un poco all’esterno.
Il tracciato di queste incisioni corrisponde naturalmente al sito delle future cicatrici che saranno dissimulate nelle pieghe naturali.
NOTA: per le palpebre inferiori in caso di borse isolate (senza eccesso di pelle da asportare) si può effettuare una blefaroplastica per via trans-congiuntivale. Cioè a dire utilizzando delle incisioni piazzate all’interno delle palpebre e non lasciando nessuna cicatrice visibile sulla pelle.
RESEZIONI:
A partire da queste incisioni, le ernie di grasso antiestetiche sono eliminate e gli eccessi del muscolo e di pelle vengono rimossi.
SUTURE:
Esse sono realizzate con dei fili molto sottili, abitualmente non riassorbibili, che vengono tenuti per qualche giorno. In funzione del chirurgo, del numero di palpebre da operare, dall’ampiezza dei miglioramenti da apportare l’intervento può durare da 30 minuti fino a 2 ore.
Decorso post operatorio
Non ci sono dei veri e propri dolori, ma eventualmente un certo fastidio con una sensazione di tensione nelle palpebre, una leggera irritazione degli occhi o qualche turba transitoria della vista (diplopia). Il primo giorno sono da evitare gli sforzi violenti. Le sequele operatorie consistono essenzialmente con la comparsa di un rigonfiamento (edema), di ecchimosi e di lacrimazione la cui importanza e durata sono variabili da un individuo e l’altro. Si osserva qualche volta durante i primi giorni un impossibilità di chiudere totalmente le palpebre o un leggero scollamento dell’angolo esterno dell’occhio che non aderisce perfettamente al globo oculare. Non bisogna preoccuparsi per questi segni che sono, generalmente, rapidamente reversibili. Il dott. Garigale da circa 20 anni utilizza per questo intervento il laser C02 scannerizzato. Grazie a questo accorgimento ha osservato nella sua casistica (circa 3000 casi operati) una minore percentuale di ecchimosi, un edema post-operatorio meno marcato,una più rapida guarigione e una migliore qualità delle cicatrici. I punti di sutura vengono rimossi usualmente tra il quarto e l’ottavo giorno dall’intervento. Le stimmate dell’intervento si attenuano progressivamente permetto un ritorno alla vita socio-professionale dopo qualche giorno (da 6 a 20 giorni). Le cicatrici posso restare un po’ arrossate durante le prime settimane ma il loro maquillage è permesso a partire dal settimo giorno. Un leggero indurimento delle zone scollate può persistere per qualche mese ma non è apprezzabile dall’entourage.
Il risultato
Le imperfezioni di un risultato
Esse possono essere la conseguenza di un malinteso che può essersi verificato. È da precisare che la caduta della fronte e delle sopracciglia non possono essere corrette che con un lifting fronto-temporale. Possono anche sopraggiungere delle reazioni tissutale inattese o dei fenomeni di cicatrizzazione patologica. Possono pertanto persistere una parte degli inestetismi preesistenti (rughe della regione preorbitale). Si può osservare una leggera retrazione delle palpebre inferiori, una piccola asimmetria, o delle cicatrici “bianche”. Queste imperfezioni possono essere corrette con un piccolo “ritocco” che si farà nella maggior parte dei casi in anestesia locale a partire dal sesto mese dopo l’intervento iniziale.
Le complicazioni possibili
-anomalie della cicatrizzazione: molto rare a livello delle palpebre dove la pelle molto sottile cicatrizza abitualmente in modo quasi invisibile; però purtroppo qualche volta le cicatrici non sono così discrete.
-cisti epidermiche: posono comparire lungo le cicatrici; si eliminano spesso spontaneamente se non sono facile da asportare e non compromettono la qualità del risultato finale.
-turbe della secrezione lacrimale: una lacrimazione persistente è più rara della sindrome dell’occhio secco che viene qualche volta scompensata per un deficit lacrimale preesistente.
-ptosi: difficoltà ad aprire completamente la palpebra superiore. Molto rara salvo all’età di 70 anni dove un deficit preesistente può essere aggravato dall’intervento.
-lagophtalmia: impossibilità di chiudere la palpebra superiore. Possibile nei primi giorni successivi all’intervento, la sua persistenza dopo qualche settimana non dovrebbe osservarsi.
-ectropion (retrazione verso il basso della palpebra inferiore): la forma maggiore è rarissima nel corso di una blefaroplastica correttamente realizzata. La forma minore (occhio rotondo) sopraggiunge su delle palpebre poco toniche sottoposte ad una cicatrizzazione non tempestiva. Esso scompare nella maggior parte dei casi praticando qualche per qualche settimana massaggi pluriquotidiani destinati a distendere la palpebra.
-diplopia (visione doppia)
-glaucoma (ipertensione oculare)
-cecità
Riassumendo, non bisogna sopravvalutare i rischi ma semplicemente bisogna prendere coscienza che un intervento chirurgico, anche se apparentemente semplice, comporta sempre un piccola parte di imprevisti. Se il paziente si affida ad un chirurgo plastico qualificato è abbastanza sicuro che quest’ultimo grazie alla sua formazione e alla sua competenza è in grado di evitare le complicanze o di trattarle efficacemente qualora queste dovessero verificarsi.